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Bramito del cervo in Toscana, non solo caccia

1 mese fa scritto da
Bramito del cervo in Toscana, non solo caccia
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Tra settembre e ottobre i boschi risuonano di un verso gutturale, profondo e vibrante: è il momento del bramito del cervo in Toscana. I maschi adulti lo emettono per segnalare la propria forza agli avversari e per conquistare le femmine, che osserveranno da lontano scegliendo il compagno più vigoroso. Il bramito è la prima forma di confronto tra maschi. Solo in caso di parità si arriva allo scontro fisico, che può essere pericoloso e persino letale. Per questo il “duello vocale” resta la strategia più utilizzata per stabilire gerarchie e difendere il proprio ruolo.

 

Un’esperienza da vivere per ogni cacciatore

Il censimento del cervo si tiene in due momenti dell’anno: a primavera, quando sono visibili anche i cuccioli, e a settembre, durante la stagione degli accoppiamenti. Coordinato dalla Regione Toscana e dagli Atc, il “Censimento del cervo al bramito”, vede la collaborazione di soggetti diversi: cacciatori, ma anche studenti e professori dell’Università di Firenze, volontari e appassionati. Un’occasione unica per immergersi nella natura e assistere a uno dei momenti più suggestivi della vita selvatica.

In Mugello per ascoltare il bramito del cervo in Toscana

Il Mugello è uno dei luoghi dove si svolge il censimento dedicato a questo fenomeno naturale, fra i momenti più suggestivi e attesi dal mondo venatorio. Guidati da volontari e tecnici della Regione, i partecipanti vengono divisi squadre che, a bordo di fuoristrada, percorrono i boschi di Barberino di Mugello, Firenzuola, Scarperia e San Piero. Mappe e localizzatori alla mano, procedono alla raccolta dei dati grazie ai quali, attraverso una successiva elaborazione da parte di Ispra, sarà possibile creare una mappa precisa sulla base delle varie segnalazioni.

Un momento importante per definire i limiti della caccia di selezione

Secondo Michele Viliani, tecnico incaricato dagli Atc per la gestione del cervo tra Toscana ed Emilia Romagna, in Toscana sono circa 1500 i capi presenti. Un dato in discesa, come per tutti gli ungulati, a causa del progressivo abbandono delle coltivazioni nelle zone di campagna, dei cambiamenti climatici che hanno determinato lunghi periodi di siccità e dell’aumento dei lupi. Anche per questo motivo il censimento del bramito in Toscana è essenziale: «è sulla base di questi dati che facciamo le delibere sui piani di prelievo degli animali», chiarisce l’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi. Un momento che «serve a definire in modo preciso i limiti della caccia di selezione», spiega Massimo Taddei, che da anni partecipa agli avvistamenti.

 

 

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Da sapere · Primo piano
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