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Caccia in Toscana: si avvicina la conferenza regionale

5 anni fa scritto da
preparativi per la Conferenza regionale della caccia in Toscana
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Fervono i preparativi per la Conferenza regionale della caccia in Toscana. È partito il percorso, con la prima riunione organizzativa ospitata negli uffici del’assessorato regionale all’agricoltura, per l’evento che si svolgerà il 28 e 29 giugno prossimi, a dieci anni esatti dalla precedente edizione.

La conferenza consentirà di affrontare in modo costruttivo e aperto tutte le tematiche, anche le più calde, che coinvolgono il mondo venatorio. Si parlerà del rapporto tra ungulati e agricoltura, cercando di comprendere, al termine del triennio di validità della legge ungulati approvata nel 2016 e scaduta nel febbraio scorso, quali ne siano stati gli esiti e quali provvedimenti adottare per affrontare al meglio nei prossimi anni le criticità ancora presenti sul territorio toscano. Si discuterà anche del nuovo piano faunistico regionale, il cui procedimento si avvierà nei prossimi giorni e del futuro calendario venatorio, ma soprattutto su come poter garantire una efficace gestione della fauna e del territorio al fine di recuperare gli equilibri ambientali caratteristici della Toscana.

L’assessore regionale alla Caccia Marco Remaschi sottolinea il valore dell’appuntamento, che costituirà un’occasione durante la quale rappresentanti istituzionali, del mondo venatorio, delle organizzazioni professionali agricole, della protezione ambientale ed esperti di gestione faunistica si confronteranno cercando di analizzare dai vari punti di vista la situazione attuale dell’ecosistema toscano. Tutto questo tenendo conto delle sue peculiarità ambientali, delle opportunità e criticità emerse negli ultimi anni, cercando di affrontare il tema a 360 gradi.

Per affrontare al meglio la discussione prenderanno a breve il via alcuni gruppi di lavoro tematici, costituiti dai rappresentanti del mondo venatorio, agricolo e di protezione ambientale, al fine di poter inquadrare le singole questioni e consentire alla Conferenza di poter esprime una serie di proposte, sia relative alle competenze regionali che da sottoporre ai tavoli nazionali. Tutto questo al fine di adeguare l’impianto normativo in materia di gestione faunistico venatorio, in particolare la legge 157/92 che oggi non pare più rispondere all’esigenza di un corretto e armonioso sviluppo del territorio.

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