Coldiretti Toscana, gli agricoltori devono poter abbattere i cinghiali. E’ il senso delle dichiarazioni del presidente regionale, Fabrizio Filippi. “La Regione Toscana – ha detto Filippi – prenda esempio dalle Marche che ha avuto ragione anche davanti alla Corte Costituzionale e con due delibere di Giunta ha autorizzato gli agricoltori proprietari o conduttori dei fondi vita natural durante a poter abbattere i cinghiali, con evidenti effetti anche sugli altri selvatici che diventeranno abbattibili dagli stessi agricoltori o selecontrollori”. La posizione di Coldiretti arriva alla notizia della sentenza della Corte Costituzionale che ha dato ragione alla Regione Marche rispetto al piano regionale di controllo dei cinghiali.
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Fabrizio Filippi
“Sulla fauna selvatica, dai cinghiali ai piccioni selvatici, la Giunta regionale della Toscana deve passare dalle parole ai fatti, prende impegni concreti e soprattutto la smetta di scegliere di non decidere, perché i tempi sono maturi per aiutare agricoltori e allevatori a salvare campi, produzioni e allevamenti dalla fauna selvatica”, ha detto ancora Filippi. “Oggi si deve passare senza indugi dalle parole ai fatti – incalza il presidente Filippi – con la delibera di Giunta completa del passaggio fondamentale che autorizza gli agricoltori ad intervenire direttamente sui propri fondi per difendersi dai cinghiali e dai selvatici. Il patrimonio agroalimentare e zootecnico conservato nel tempo dalle oltre 40mila imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari, un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali che sempre più spesso in queste aree si spingono fin dentro i cortili e sugli usci delle case, scorrazzando per le vie dei paesi o sui campi, nelle stalle e nelle aziende agricole”, conclude Filippi.
Una situazione che costringe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone – aggiunge Coldiretti Toscana – con il rischio che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati – rileva Coldiretti Toscana – e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare. La proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Studi ed esperienze relative all’elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno mostrato notevoli criticità – conclude Coldiretti Toscana – in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale.